Ciao a tutti…

Sono Giulia Ricci, ho 25 anni nata a Roma ma di origini pugliesi, sono laureata in Fashion Design all’Accademia Italiana di Arte, Moda e Design di Roma; sono figlia unica e ho perso mio padre in tenerissima età. Sin da piccola mi sono sentita diversa rispetto ai miei coetanei a causa della mia forte sensibilità che avevo e che ho tutt’ora. Una sensibilità che mi ha portata negli anni a superare tanti ostacoli, fino ad arrivare alla moda che è stata la mia luce in fondo al tunnel. Ed è proprio grazie alla mia sensibilità che ho dato vita al mio progetto.

Prima di raccontare la mia storia, devo fare una piccola ma importante premessa a cui tengo molto e sulla quale spero possiate riflettere tutti, parlandovi della dedica all’interno della mia tesi:
“Ad una grande Donna del Sud, mia madre…”, ciò vi aiuterà a capire la donna che sono oggi. Ho voluto sottolineare del Sud, perché mia madre è nata in un piccolo paese della provincia di Foggia in Puglia e che, tanti anni fa, ha avuto il coraggio di andarsene da sola, lasciare la sua famiglia, i suoi affetti e i suoi ricordi per trasferirsi a Gorizia dopo un concorso vinto al Ministero dell’Interno, per poi trasferirsi definitivamente a Roma e iniziare così la sua nuova vita, attraversando e riuscendo a superare da sola momenti difficili. Cosa mi ha insegnato? Beh, mi ha insegnato innanzitutto l’intraprendenza, l’amore, l’educazione, la tenacia e il rispetto, trasmettendo i sani valori e indicandomi sempre la giusta via da seguire. Mi ha sempre permesso di inseguire i miei sogni senza mai farmi arrendere. Sin da piccola, mi ha sempre raccontato che se avesse avuto una figlia/o, il suo sogno più grande sarebbe stato quello di vederla/o realizzata/o e che tutti i suoi sacrifici, li avrebbe fatti per dare un futuro migliore a sua figlia/o; e soprattutto, di avere sempre il coraggio di andare avanti, proprio come lei. Ed è così che oggi – grazie ai suoi insegnamenti – sono la donna che sono, forte e determinata. Lei, la colonna portante della mia vita!

L’idea di realizzare il progetto tesi “Adaptive Fashion & Sindrome di Down: la moda flessibile che include” nasce da un’importante esperienza fatta come volontaria nell’ambito della “Clownterapia” presso il Policlinico Umberto I di Roma. Ciò mi ha fatto scoprire di avere una sensibilità spiccata in una società sempre più competitiva. Sposare una causa che avesse come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e di creare un progetto formativo teso all’inclusione sociale della persona con Sindrome di Down; comunicando attraverso i suoi linguaggi, un messaggio di bellezza, diversità ed unicità.

Creare, quindi, una moda inclusiva che possa vestire qualsiasi tipo di fisicità. La chiave è trovare l’unicità di ogni storia. Da qui, l’idea di creare una collezione per ragazzi con Sindrome di Down al fine di sdoganare lo stereotipo e dare importanza all’unicità e all’eleganza che anche questi ragazzi posseggono.

All’inizio mi sono chiesta come fare, perché non avevo né mezzi, né strumenti. Poi ho capito che era di persone che stavo parlando e quindi ho dimenticato la disabilità. Quello che leggerete è frutto della mia esperienza personale e dei miei piccoli ma grandi traguardi. Il viaggio è stato intenso, condividendo nel corso del tempo esperienze e progetti con tante persone incontrate in questo percorso, ognuna delle quali mi ha insegnato qualcosa di diverso. Ho desiderato rendermi utile.

Ho iniziato a rendermi utile, creando il questionario online in forma anonima inviato a tutte le sedi dell’AIPD e altre associazioni come l’AS.SO.RI Onlus di Foggia, dove agli utenti è stato chiesto di rispondere alle domande formulate; una ricerca che ha rappresentato l’inizio di uno studio sul

territorio nazionale, finalizzata a raccogliere informazioni direttamente dai soggetti interessati. Ciò ha permesso la conoscenza sul piano reale delle necessità e delle risorse. Perché conoscere significa dare voce, bisogna ascoltare per riuscire a cambiare. Il settore della moda, con il grande potere sociale di cui dispone, può proporre un profondo cambiamento.

Passaggio successivo, è stato il primo articolo di “Moda Inclusiva” sul giornale Tiburno.tv di Roma, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inclusione sociale della persona con Sindrome di Down. Successivamente, il secondo articolo di “Fashion & Sindrome” sempre sul giornale Tiburno.tv di Roma, che parla di moda colorata e inclusiva con modelle uniche e spontanee.

Ho proseguito cercando di rendermi utile, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down del 21/03/2022. La campagna AIPD Nazionale “inclusione significa esserci”, ha pubblicato la mia storia di “ordinaria inclusione”.

Con la creazione del Fashion Show intitolato “Nuovo Mondo”, il final show di Accademia Italiana presso Altaroma il 4/02/2022, ha voluto simboleggiare la ripartenza, e come la collezione ha raccontato l’unicità come valore e non come limite. Eterno Kolore è la collezione della stilista Giulia Ricci, fatta di abiti trasformabili e morbidi kimono con ricami naïf, che parla di inclusione e lotta ai pregiudizi. L’esperienza durante e prima della sfilata, è stata davvero entusiasmante. Proprio le ragazze a cui si dice che non diventeranno mai modelle, sono il mio punto di riferimento e con loro ho voluto dimostrare che non esiste un solo tipo di bellezza, perché la diversità è bellezza. Chi siamo noi per definire la bellezza? Mi hanno insegnato come si può essere unici nel nostro modo di essere, e come in quella passerella le ragazze sono riuscite a trasmettermi un messaggio forte e chiaro di bellezza e spontaneità. E’ stato un sogno, volevo che quella passerella fosse unica proprio come la mia collezione Eterno Kolore e ci sono riuscita; portando con grande orgoglio, amore e dedizione una collezione elegante, creativa ed unica che duri per sempre.

Infine, ho proseguito creando il mio ultimo shooting sempre della mia collezione con i ragazzi con Sindrome di Down e non, e con il prezioso aiuto dei loro genitori, che si sono divertiti tanto. E questa, credo sia la cosa più bella e gratificante. La mia più grande soddisfazione sono loro!

Pertanto, ho capito che la moda è la mia strada e che le mie doti comunicative e relazionali insieme al sociale, mi hanno dato modo di creare la mia pagina social di Instagram e Facebook
@liamodainclusiva. Un brand di moda inclusiva con l’obiettivo di sensibilizzare per guardare al futuro, alle uguaglianze e ad una comunicazione più libera possibile da stereotipi e preconcetti.

Una moda che possa vestire qualsiasi tipo di fisicità della persona, per una integrazione sociale ad ampio spettro. La filosofia del brand, è quella di creare un codice etico che ha come valore principale quello umano, senza alcuna forma di discriminazione ma facendo dell’unicità di chi viene definito “diverso”, il nostro “punto di forza”. Creare un mondo autentico e libero, tutti sono al centro di tutto.

Il brand è un connubio tra moda inclusiva e tecnica del ricamo per esprimere con la potenza dei colori e dei materiali, le storie che di volta in volta saranno raccontate attraverso le collezioni. Un vero e proprio “storydoing” (l’arte del narrare attraverso i fatti) social – etico – responsabile, nuove azioni e nuovi patti di relazione che vadano al di là delle promesse delle pubblicità per proporre una nuova moda e nuovi corpi che non rientrano nei classici stereotipi di bellezza. La diversità è motore di crescita, trasformazione e nuove prospettive.

Continuerò ad occuparmi di diversità e inclusione, ho già la mia community attiva di ragazzi e genitori che pian piano sta aumentando sempre di più; di questo, ne vado fiera perché l’obiettivo è quello di comunicare qualcosa di grande, di importante e di concreto. Un lavoro enorme che mi ha portata a scoprire nuove realtà, ad approfondire nuove tematiche, a sbagliare, a cadere e a rialzarmi. Non ho mai mollato, anzi ogni giorno sono sempre stata più interessata a ciò che stavo facendo. La mia motivazione cresceva, gli ostacoli sono diventati occasioni in più per approfondire il tema. Affrontando tutto questo a testa alta! Ad oggi, posso dire di essermi guadagnata un pezzo della mia strada, certamente c’è ancora tanto da percorrere; continuerò ad inseguire il mio sogno, ossia, dare una mano a chi quasi sempre, resta fuori.

Tutto ciò, sta dando un senso alla mia vita e mi sta aprendo nuovi scenari, che non intendo farmi sfuggire. Non mi arrenderò e non mi scoraggerò! E’ una rivincita personale dimostrare a chi non ha creduto in me, e uno sprone per chi può trovarsi nella mia stessa situazione.

Orgogliosa di essere un esempio di inclusione reale!

Giulia Ricci